Frank Zappa. Il padrino del rock by Sergio Michelangelo Albonico & Stefano Milioni;

Frank Zappa. Il padrino del rock by Sergio Michelangelo Albonico & Stefano Milioni;

autore:Sergio Michelangelo Albonico & Stefano Milioni; [Albonico, Sergio Michelangelo & Milioni;, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
editore: edigita
pubblicato: 2022-09-02T22:00:00+00:00


Capitolo 17 – CHAD È RIENTRATO NEL GRUPPO

Chad Wackerman

Per un paio di giorni Chad non si è presentato alle prove.

Oltre ad Aynsley Dunbar, Michael Barsimanto era un altro dei sei o sette candidati a sostituirlo nel caso avesse lasciato. Si erano presentati per le audizioni.

Aynsley aveva suonato nella band di Frank già nei primi anni Settanta, era suo amico e successivamente aveva fatto parte anche del gruppo di John Lennon. Di origini italiane era Michael, altro ottimo batterista, che era reduce da una lunga collaborazione prima con Eddie Jobson e poi con Andy Summers.

Il chitarrista dei Police proprio in quei giorni stava mettendo insieme la sua nuova band. Sulla carta un gruppo stellare. Ne avrebbero fatto parte Darryl Jones, attuale bassista dei Rolling Stones, e Bill Evans, sassofonista che, come del resto Jones, aveva fatto parte della band di Miles Davis nella prima metà degli anni Ottanta. Andy aveva proposto anche a Wackerman di farne parte e dunque, sulla carta, il rischio di perdere Chad si faceva sempre più concreto.

Era tutto nelle sue mani a quel punto. Nessun batterista al mondo sarebbe stato in grado di suonare come Chad, in poco meno di tre settimane, i brani del repertorio e questo lui lo sapeva benissimo.

Avrà ragionato a lungo sull’opportunità di andarsene o meno, ma sono convinto che dentro di sé sapeva benissimo che non avrebbe mai lasciato in un mare di guai colui che nel mondo della musica lo aveva fatto entrare appena diciottenne.

Frank aveva creduto in lui giovanissimo, lo considerava una specie di alieno e Zappa adorava gli alieni. Si somigliavano anche fisicamente, fra l’altro; anche Chad era magro come un chiodo, stesso naso aquilino. Ed era veramente un alieno: nessuno capiva davvero da dove tirasse fuori tutta quella energia quando suonava.

Alla fine non se l’è sentita di mollare dopo tre mesi di lavoro veramente intenso e a pochi giorni dal debutto. Non rientrare nel gruppo voleva dire far saltare il banco e mandare così in fumo dollari su dollari, un ingente danno economico. Una cosa che a Frank non avrebbe mai fatto.

Era orgoglioso di essere un punto fermo del progetto. Insostituibile.

Il batterista di quella band doveva avere una precisione assoluta, non poteva concedersi alcuna sbavatura, anche perché il concerto, quale fosse dei quattro che Frank voleva presentare, era concepito praticamente un pezzo dopo l’altro, uno dentro l’altro, senza soluzione di continuità. Frank aveva annunciato che avrebbe parlato pochissimo sul palco, anche se poi non fu così. Era una costruzione architettonica che si reggeva su alcuni pilastri imprescindibili, un continuum di musica.

Dopo pochi giorni, dunque, le prove ripresero con Chad regolarmente al suo posto. Non ci furono chiarimenti ufficiali, ma, per il bene di tutti, era stata sancita una specie di tacita tregua fra lui e Scott e fra Scott e il resto del gruppo.

Tutti sapevano che si trattava di una pace a rischio e che ben presto sarebbe stata messa nuovamente a dura prova dagli umori del bandleader pro tempore. Così nessuno si sorprese più di tanto quando i rapporti fra Thunes e gli altri tornarono a essere molto tesi.



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